La mostra in questione è stata ospitata nei sotterranei del Kunstmuseum Basel da marzo ad agosto 2018, titolo: Art. Money. Museum. The Picasso story, 50 years later. Io ero lì il 17 di giugno.
La bellissima storia che si racconta è questa, traduco dal depliant in inglese.
"Nel 1967, due capolavori di Pablo Picasso esposti da molto tempo al Kunstmuseum grazie ad un prestito privato, dovevano andare all'asta. Il proprietario, azionista principale di una compagnia aerea con sede a Basilea, si trovava in gravi difficoltà economiche in seguito allo schianto di uno dei charter della compagnia. Allarmati per il danno che la perdita dei due Picasso avrebbe comportato, i funzionari che gestivano il museo chiesero al magnate di poter acquistare le opere prima che venissero offerte al mercato internazionale. Con il sostegno di gran parte della popolazione locale, si riuscì a raggiungere la cifra di 2,4 milioni di franchi svizzeri. Per i restanti 6 milioni che mancavano, il governo decise di istituire una tassa specifica: fu allora che gli oppositori chiesero di poter decidere con un referendum. Durante le settimane che precedettero il voto, l'intera città si espresse, attraverso i giornali, la tv e i pubblici dibattiti, sulla questione: quale valore si doveva attribuire all'arte moderna, e in particolare ai due Picasso - I due fratelli ( 1906) e l'Arlecchino seduto (1923)? Ossia, valeva la pena sborsare una cifra così elevata per tenerseli?
A dicembre il risultato del referendum sorprese molti: Basilea aveva votato per sostenere l'enorme spesa. Da Mougins, in Francia, Picasso aveva seguito tutta la vicenda con grande interesse. Dopo il voto, invitò Franz Meyer, l'allora direttore del museo, nel suo studio, dove si dichiarò estremamente felice dell'entusiasmante lotta sostenuta dalla città alla quale volle regalare altre quattro opere. Ispirata dalla donazione, la collezionista Maja Sacher-Stehlin donò il suo Picasso cubista. I sette nuovi Picasso del Kunstmuseum vennero così presentati al pubblico nel 1968".
Tornando a casa a Liestahl quella sera, ho chiesto al mio host, un simpaticissimo ingegnere in pensione di nome Urs, cosa ricordasse di quella vicenda. Bene, Urs mi ha raccontato che anche lui, come tantissimi giovani di Basilea, si era impegnato in mille modi per convincere la cittadinanza a dire sì. I ragazzi andarono in giro a parlare con la gente, offrirono merende, organizzarono feste e manifestazioni. E ancora oggi sono tutti orgogliosi dell'impresa compiuta.
Caspita, ho dovuto ricredermi a proposito degli svizzeri!
Comunque, l'acquisto dei Picasso segna l'inizio di una nuova vita per il Kunstmuseum e oggi mi sembra giustissimo ricordare quanto accadde 50 anni fa. Nella prima stanza ci sono le due famosissime opere e tantissima documentazione sulla discussione che scaturì dall'idea di acquistarle.
Nella seconda stanza ci sono due dei quattro quadri regalati dall'artista. Sopra un grande tavolo, i curatori invitano a proporre delle domande riguardo il valore economico dell'arte: "Too much money for art"?
Da parte mia, ho chiesto se oggi un evento così straordinario abbia qualche possibilità di ripetersi... non siamo più a ridosso del '68!
La mostra fa riflettere su tante cose, tanti temi discussi all'università e con gli amici... riesce a farlo perché racconta una storia, forse l'unico modo affinché quello che vedi esposto possa rimanere dentro di noi e far fiorire una buona idea.
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