PALAZZI E VILLE delle MARCHE: a caccia di stampe e di originali
Oggi vi porto dentro uno dei miei personalissimi luoghi del cuore, già mio oggetto di studio e pubblicazione, con una recente scoperta inedita:
Dafni e Amore nella Villa di Fontebella a Piane di Montegiorgio
Fondazione di epoca romana, completamente rinnovata dal marchese Andrea Passari Venturi Gallerani intorno al 1870, su progetto dell'architetto senese Giuseppe Partini, la villa è oggi spoglia di ogni decorazione, eccetto questa.
L'immagine, per quanto mi è dato sapere, è unica nelle Marche, e non sembra riconducibile a un originale pittorico (quadro o soffitto che sia), ma solo di tipo xilografico. La cosa non dovrebbe stupire, dato che parliamo di una stampa ispirata a un poemetto settecentesco, spesso corredato da illustrazioni come questa.
Sto parlando del poemetto pastorale IL PRIMO NAVIGATORE (1756, prima edizione in tedesco), del poeta e pittore svizzero Salomon Gessner (1730- 1788). Con i suoi Idilli Gessner era diventato famoso in tutta Europa (si contano a decine le traduzioni italiane, a partire da quella di Fernando Ceppelli del 1771) e molti artisti ne avevano subito l'influenza: Felice Giani, ad esempio, tradusse in immagini le gesta del primo navigatore nel Palazzo dell'Ambasciata di Spagna a Roma (1806) e in Casa Conti a Bologna (1810).
In questo disegno della Pinacoteca Nazionale di Bologna, intitolato Il primo navigatore incoraggiato da Amore si accinge a salire sulla piroga, il tema è ripreso da un altro grande pittore neoclassico, Pelagio Pelagi.
Ma com'è la storia del primo navigatore?
Immaginiamo un mondo primordiale, un'età dell'oro della natura, quasi un paradiso terrestre. Dafni, un pastorello che ne abita i boschi ameni, è innamorato di Melide, imprigionata però in una lontana isola; protetto e incitato da Amore, usando il proprio ingegno per costruire la prima barchetta a remi, Dafni riesce infine a raggiungere l'amata.
Il soffitto di Fontebella mostrerebbe dunque Dafni in difficoltà, scoraggiato, e Amore che, seppure invisibile, continua a sostenerlo e a spronarlo, infondendogli il coraggio necessario per affrontare l'impresa della traversata.
Tale è la celebrità di questo poemetto, che negli anni a cavallo tra Sette e Ottocento ne verranno tratti anche commedie e balletti di successo.
Non poteva di certo restare escluso dal gran commercio di stampe neoclassiche!
E infatti, ecco qua l'originale dei nostri Dafni e Amore montegiorgesi, nella versione incisa da Raffaello Morghen (1758-1833), su disegno di J. August Nahl II (1710-1781), corredata di titolo:
Un'incisione ai massimi livelli (edita a Roma da Giovanni Volpato intorno al 1780) che, come vi mostrerò in seguito, non è l'unica della serie dedicata agli Idilli di Gessner presente sul nostro territorio.