giovedì 2 agosto 2018

Seconda imperdibile tappa: il Museum TINGUELY di Basilea

Progettato da Mario Botta, il museo ospita le "macchine" fantastiche di Jean Tinguely (1925-1991), artista tra i fondatori del Nouveau Réalisme negli anni '60. 
La didascalia di presentazione del museo nel depliant recita testualmente:  "Sull'arte di vivere: vivacità, ridere, piacere della scoperta. Un museo che mette tutti i sensi in movimento e nel quale l'arte viene incontro al visitatore".


Fuori c'è il "Solitude Park", con al centro una delle fontane semoventi di Tinguely e bellissimi alberi centenari. 
Vicino scorre il Reno: splendida la vista dai finestroni!



Le opere di Tinguely sono esposte cronologicamente, e si raggiungono dopo aver percorso un ampio corridoio in salita tutto dedicato alla ricostruzione della carriera dell'artista svizzero, nato nel 1925 a Friburgo, ma cresciuto a Basilea.



A Basilea inizia a lavorare giovanissimo come decoratore di vetrine e frequenta la Scuola di Arti Applicate. Vi conosce la moglie, Eva Aeppli, con la quale si trasferisce a Parigi dopo la guerra.

Quest'opera appartiene al debutto dell'artista; mi riporta alla memoria uno dei quadri astratti di Kandinsky... ma è incredibile, si muove!


A Parigi, alla fine degli anni '50, Jean Tinguely inizia a lavorare con Yves Klein.


Sempre in quegli anni conosce quella che sarà l'amica di una vita: Niki de Saint Phalle. 
Inizia ad esporre le sue prime macchine... ma sono anni durissimi. 
Düsseldorf, in Germania, la sua prima azione, nel 1959.
Di ritorno a Parigi, si dedica alla realizzazione e alla promozione delle "Méta-Matics", le macchine che disegnano.




Nel gennaio 1960, a New York, l'azione che rappresenta il cambiamento: davanti al Museo d'Arte Moderna, una delle sue macchine si autodistrugge. Aria, acqua, luce e fuoco fanno la loro prima comparsa nelle sue opere.
Alla fine dell'anno, Tinguely fonda la corrente artistica del NOUVEAU REALISME con Saint Phalle, Klein e altri artisti.




Seguono personali di prestigio a Basilea, Tokyo, Los Angeles: la maggior parte delle macchine vengono realizzate sul posto. Finalmente, il successo!
Acquistate da collezionisti e musei importanti, le macchine di Tinguely, di dimensioni più o meno grandi, a volte gigantesche, cominciano a piacere anche alle amministrazioni pubbliche: a cominciare dagli anni '70 le fontane semoventi e cigolanti dell'artista svizzero popolano piazze e giardini di tutto il mondo.
La prima retrospettiva alla Kunsthaus di Zurigo, nel 1982.
Altra svolta: agosto 1986, quando l'artista è testimone dell'incendio alla fattoria di Neyruz. Nasce "Mengele-Danse macabre", una istallazione di macchine costituite dai materiali che l'artista raccoglie tra le macerie del posto.



E' del 1987 la prima macchina accessibile al visitatore: "Grosse-Meta-Maxi-Maxi-Utopia".


Queste sono alcune delle sue ultime opere dove, attraverso il riuso di materiali nuovi, l'artista affronta anche il tema del consumismo.





Un secondo infarto (il primo risale a quando aveva solo 33 anni), uccide Jean Tinguely il 20 agosto 1991.

Ecco alcune delle sue frasi più celebri.